lunedì 9 settembre 2013

C'eravamo tanto amate

Signorina Felicita, a quest'ora
scende la sera nel giardino antico
della tua casa. Nel mio cuore amico
scende il ricordo. E ti rivedo ancora
e Ivrea rivedo e la cerulea Dora
e quel dolce paese che non dico.
.
Il tuo nome è ridicolo, sei come una crema molto grossa.



Mi piace ricordare la sensazione che mi davi. Mi facevi sentire fortunata, mi facevi sentire a casa.
All'epoca pensavo che i trent'anni sarebbero sempre stati lontani: non sarebbero mai stati un mio problema; che mi bastava fare un giro in bicicletta; che quello era il mio mondo e che non avrei mai voluto nulla di diverso. 
Sentivo bisogno di te ogni volta che mi allontanavo.
Tu eri bella, eri mia e vederti mi emozionava.

... il mio mondo perfetto.


Solo ora che sei trascorsa mi mostri il tuo volto reale.
Solo ora che ti ho lasciata mi accorgo che non ti riconosco più: mi fai paura e quando sono lì mi sento indifesa, in gabbia e vorrei scappare, andarmene lontano.



Cremona. La mia città. O forse... lo era! Una città così teneramente snob; un luogo per il quale non ho più l'età, che sa darmi ancora quel colpo al cuore, ma nella quale fatico a riconoscermi.

Mi ritrovo ad inciampare nei ricordi, nei rumori, negli odori. Ogni angolo mi rimanda ad un episodio preciso, ad un volto, ad uno stato d'animo... E non riesco ad evitarlo.

Mi ritrovo a vagare e a perdermi fra le vie note con aria divertita, sorridente, da straniera.
Basta un attimo per far riemergere quello che inconsapevolmente mi sono portato dietro in questi anni, ma so che non sarei più in grado di tornare.

Passano gli anni, le città si moltiplicano, i panorami si intrecciano e in un attimo ti rendi conto che, anche se non lo vorresti, le cose cambiano e ciò di cui hai bisogno è altro, ma soprattutto è altrove...
Una vita nuova, un nuovo mondo in cui cercare di essere libera nella disperata corsa per essere tutto, una nuova famiglia che anche se dorme lontano so che può sentire il mio respiro. 
E questo mi piace, ovunque mi porterà...


E in quanto a lei, in fondo so che sarà sempre lì pronta ad accogliermi a suo modo e inevitabilmente avrà sempre un posto speciale nel mio cuore...

"Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".

...

Adoro i puntini di sospensione, (purché siano tre) quelli che ti permettono di dire il non detto, di lasciare intendere o forse solo di non affrontare le cose... Che non ti fanno mai chiudere definitivamente con il passato. Che non ti fanno cambiare, perché cambiare mi fa paura.

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