mercoledì 30 novembre 2011

Dove sono finiti i sandali verdi?

 “L’homme n’est qu’un roseau, le plus faible de la nature; mais c’est un roseau pensant”

Ci sono posti speciali in cui rifugiarsi quando si è inquieti. Posti che ti fanno sentire protetta e in cui la musica nell’aria è sempre colonna sonora perfetta delle tue malinconie; quelle che ti prendono quando meno te lo aspetti, senza un perchè, anche se sai che tutto è rimasto uguale a prima.
A volte capita... Tutto si fa oscuro e fumoso...

Quando ha iniziato a fare male?

Profonda come il cielo viene la malinconia...  

Quando le paturnie prendono il sopravvento, non è sempre facile... un solo gesto potrebbe uccidermi o farmi sprofondare ancora più giù... Ma prima o poi tutto passa.

...Perchè perdono il controllo... Perchè gli altri le invadono... Perchè non sanno quello che desiderano...Perchè vorrebbero essere felici...


In quei momenti adoro vagabondare per la città e, prima o poi, immancabilmente finisco per entrare in una libreria...    



In genere adoro le piccole librerie, dall’arredamento un po’ retrò,  in cui il libraio fa davvero il libraio, sa a memoria dove si trova il testo di cui hai bisogno senza dover consultare inventari elettronici e se ti consiglia un libro e perchè lo ha letto davvero!

Ma in quei giorni non mi va di parlare, di fingere, di spiegare, preferisco rintanarmi in quei megastore, grandi ed affollati, magari disposti su più piani, con commessi distratti e svogliati e avventori sempre indaffarati, sempre di fretta e mai troppo gentili...
Niente domande, niente sguardi indiscreti, voglio essere libera di vagare sola ed indisturbata, supponendo che gli altri nemmeno possano vedermi, lentamente, senza preoccuparmi di tutti i “devo” della mia giornata, senza un orario da rispettare...    

Io abituata a fare almeno tre cose contemporaneamente, perennemente di corsa, assillata dal trascorrere dei minuti, riconosco nella libreria la mia personale isola felice, dove posso prendermela comoda, dove tutto è rallentato. Non sai mai quando uscirai di lì, ma non è quella la cosa importante... Ci vuole pazienza per trovare quello cerchi e non sempre le giacenze indicate dai pc corrispondono alla realtà...



È inebriante perdersi tra gli infiniti scaffali del negozio, curiosare qua e là alla ricerca del libro giusto, passare indisturbata da un piano all’altro e osservare gli altri clienti alla ricerca di un’opera, di una verità o di un qualcosa a cui appigliarsi; forse un regalo, un volume di studio, o quel libro...
Mi piace fantasticare su cosa quei lettori avranno in mente in quel momento e cercare di intuire chi sono realmente partendo da ciò che stanno sfogliando: quali sono i loro interessi? Quali gioie colorano le loro giornate? Quali preoccupazioni oscurano i loro sogni?
Ci sono quelli alla ricerca di svago, quelli che sperano di trovare risposte, quelli che vogliono atteggiarsi a filosofi e fare conquiste e quelli che mirano a risolvere la seccante questione “Regali di Natale” senza perdere tempo prezioso...



Forse è anche per questo che c’è sempre un po’ di timore in me quando prendo in mano un libro e inizio a sfogliarlo... Cosa scopriranno di me?  
A volte è la copertina ad attrarmi, a volte il titolo, l’autore, basta anche solo una parola, un colore... Difficilmente si tratta di un best seller... Ma quel che è certo è che raramente esco da lì a mani vuote!


Ci sono libri che ti aprono gli occhi, che ti mostrano il mondo da un’altra prospettiva, altri divertenti con i quali puoi trascorrere piacevolmente qualche ora, altri che ti scaldano il cuore e ti fanno sognare, altri ancora di studio che arrivi addirittura ad odiare; ci sono libri che ti insegano qualcosa o che ti portano altrove e infine, ci sono libri che ti cambiano la vita, nei quali ti riconosci in pieno, che potresti aver scritto tu, dai quali ti senti finalmente capita, che non vorresti finissero mai perche potessero sempre essere lì a sorreggerti per non farti cadere di nuovo nel buio.


Nei nostri piccoli miti mormorava
le sue note sospiro Moon River,
le note stelline.
- Non mi abituerò mai alle cose che
finiscono.
Ho l’animo coi buchi
- Come?
- Coi buchi, non è bello compatto.
- E da quei buchi escono lacrime, vero?
- No: passa l’aria.
- E che succede?
- Si sente.
Audrey Hepburn seduta alla finestra,
dita papiro fino alla fine dei mondi,
con la chitarra sussurrava Moon River.  

Congedo con Agnese, Alessandro Fo      


giovedì 8 settembre 2011

Uò Uò


"...Quasi mi sembra un traguardo di stelle..."


Un anno è passato, anzi volato ed io nemmeno me ne ero accorta...
Un anno speciale trascorso con voi, 24 lettori... (quasi come quelli di
Manzoni).

Un anno ricco di cambiamenti, di scintillio e di voi. Sembrerà pazzesco, ma avete piacevolmente scandito questi mesi e ormai, fate parte di me.


Era il 23 agosto 2010 ed io, di fretta, con mille bagagli ad attendermi all’ingresso, più o meno pronta per partire per la montagna con il mio Big, scrivevo il mio primo post...

In realtà avevo pensato e creato il blog, qualche mese prima di quel fatidico giorno, ma poi ero troppo imbarazzata per scrivere qualcosa...


Il disagio, le perplessità (chi mai mi avrebbe regalato cinque minuti della sua vita per leggere delle mie malinconie?), la paura di mettermi in gioco, di uscire allo scoperto.

Così mi sono ritrovata a scrivere qualche riga di saluto, di fretta, con il pc sulla ginocchia, in camera da letto delle mie sorelle, con l’agitazione di chi teme di essere scoperta, con la speranza di passare inosservata...


Che emozione quel primo furtivo click su "Pubblica post"... In realtà sento sempre un brivido ogni volta!
“Sarà un bel viaggio”, lo avevo intitolato. Ed in fondo lo è stato e continua ad esserlo per me.

Spesso mi ritrovo a pensare ad alcuni commenti ricevuti... Non potete immaginare che gioia mi dia trovarne uno nuovo, stelline negli occhi, farfalle nello stomaco... E nello stesso tempo non potete capire quanto sia imbarazzante per me, realizzare che ci sia qualcuno “in carne ed ossa”, peggio ancora, che mi conosce, che mi legge, magari un’amica che non vedevi più da anni, una mattina sul treno... “Leggo il tuo blog, sai? ... che bello!”.

Pochi credevano in questa mio progetto, ma forse la prima ad aver avuto dubbi, paura e remore, sono stata proprio io.



Poi ho preso coraggio e mi sono buttata, ho lasciato cadere le barriere che di solito frappongo fra me e gli altri e ho fatto uscire la vera me, con tutte le mie stranezze e le mie contraddizioni...


Schizzi di vita...

Se rileggessi quello che scrivo, probabilmente non pubblicherei nulla, e per questo voi vi ritrovate post sconclusionati, stravaganti e senza un filo conduttore generale.


Ma questa in fondo è Bradshaw: illogica, irrazionale e bizzarra, con mille sogni ed infinite paure...



Su e giù dal tram, avanti e indietro da una casina a una casona... Sempre di fretta... Innamorata di Milano, ma con Cremona nel cuore.
Mi piacerebbe farvi percepire gli odori, i sapori, gli umori, le emozioni... In parte ci ho provato, a mio modo...





Sono passate di qui innumerevoli persone... A volte a loro insaputa sono diventati protagonisti dei miei pensieri... Centri nevralgici delle mie riflessioni e delle malinconie.
Ringrazio voi e loro, i miei “personaggi”.

Incontrarvi è stato determinante.




Con immenso amore

B

"... E qualche volta gli sputi sul viso, non fanno poi male se in fondo si sogna..."

mercoledì 27 luglio 2011

Once upon a bike


Quanti giapponesi fotografano il Duomo? Una cosa da non credere! Mentre noi, che abbiamo la fortuna di vivere a Milano, nemmeno ci fermiamo ad osservarlo nella sua maestosità e magari nemmeno abbiamo mai trovato il tempo per apprezzare il Cenacolo dal vivo (io ho rimediato ieri sera).

Ogni giorno sin dalle prime ore del mattino Milano si popola di un numero strabiliante di turisti... Ne vedo di nuovi ogni mattina, sparsi per le vie del centro, pronti ad immortalare ogni angolo della città, protetti dai loro berretti colorati.

Ho iniziato a familiarizzare con queste buffe figure e ad inventarmi favole su di loro da quando ho iniziato ad utilizzare la bicicletta per raggiungere l'ufficio.



Ebbene sì, non ci speravo quasi più! Io, che prima di trasferirmi a Milano, ho da sempre vissuto in simbiosi con la mia bici, che seppur perennemente sgangherata (nonostante l'annuale appuntamento con il ciclista) mi portava ovunque, finalmente ho preso coraggio e mi sono decisa a tornare ad utilizzare il mio mezzo di trasporto di sempre, alla faccia delle temibili e assassine rotaie dei tram e dei milanesi che a detta di molti guidano come matti!



I primissimi giorni chi mi ha visto mi avrà scambiato per un'Alice nel paese delle Meraviglie, direttamente catapultata in qualche pubblicità della Mulino Bianco, con l'unica differenza che mi avrà vista vagare sorridente e leggiadra per le strade caotiche di Milano e non nei sicuri e pacifici vialetti di campagna;
A volte temo proprio di assumere un'espressione bizzarra, ma è così bello ogni giorno pedalare libera per le vie del centro, perdersi in nuove vie, scoprire angoli nuovi, soffermarsi ad ammirare case e palazzi incantevoli (possibilmente evitando di schiantarsi contro un palo, è ovvio!) nei quali mi piacerebbe entrare e perchè no vivere, per qualche tempo. Immancabilmente poi la mia attenzione viene attratta dai passanti, dal loro look, dalle loro espressioni... Che lavoro faranno? Quali guai movimenteranno la loro giornata? E ancora, saranno felici?



Io sì. Non credevo sarei più riuscita ad affermare una cosa del genere, ma è successo... magicamente, senza dare nell'occhio: un bel giorno mi sono accorta che questa cosa era reale. Ed è stato bello!

Tanti anni fa sottovalutavo l'importanza di questa domanda e sorridevo quando Marzullo a Sottovoce poneva il quesito ai suoi ospiti (lo confesso una quindicina di anni fa ero una fedele spettatrice del programma...).
Ho capito che il problema non era affatto banale quando mi sono accorta che era ora di mettersi alla ricerca della ricetta per tornare ad essere felice.

Ora, anche se ho ripreso in mano la mia bicicletta, non sono tornata esattamente quella che ero allora... il tempo inevitabilmente cambia molte cose e altre ne porta via e non c'è verso di farsele restituire, ma finalmente qualcosa sta cambiando... forse si tratta di un meraviglioso incantesimo?



Desolata, non sono ancora in grado di distinguere con precisione i singoli ingredienti che compongono la ricetta, ma vi assicuro che il sapore è delizioso... Per il momento vi lascio un accenno alla ricetta della torta per il sediecsimo compleanno di Aurora (La Bella Addormentata)... a me strappa sempre un sorriso:

Fauna: Ora lievito. Un cuc.no! Un cucno?

Serenella: Un cucchiaino!

Fauna: Un cucchiaino! È abbreviato!


"La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti". (A. Einstein)

mercoledì 6 luglio 2011

Arrivederci, Baby!

Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.



Chi lo sa se questa casa avrà memoria di me...

Se le scale, interminabili da togliere il fiato, “conserveranno il rumore dei miei passi”.

Io ricorderò tutto di lei... I suoi rumori, i suoi odori, ogni singola crepa sul pavimento, il suo farmi sentire a casa e al sicuro in ogni momento, anche in quelli più cupi; il suo essere di teatro di molteplici romanzi d’appendice (protagonisti i bizzari quanto pittoreschi inquilini del palazzo: i giovani smemorati, gli amanti traditi, l’uomo con la pipa, la casalinga per nulla disperata, la vecchina che sapeva tutto, il bambino che non faceva altro che piangere...), quante volte ho avuto l’impressione che le pareti avessero la consistenza della carta velina e mi sono lasciata prendere dai loro scambi d'opinione, talvolta coloriti...

La MIA prima casina, nostra in realtà... Ma il mio Big sa che forse era più mia...



È stato amore a prima vista. L’ho desiderata subito! E lei, da brava, sin dal primo momento mi ha accolto e protetto come mai credevo sarebbe stato possibile e ora e merita un saluto speciale.

...Niente più consegne di sashimi al quarto piano, niente più nottate con le porte aperte (lo ammetto, a volte nemmeno chiudevo a chiave), niente più sinfonie suonate solo per me da un ignaro pianista (lui non lo sa, ma mi faceva sentire privilegiata), niente più...


Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.

Più di due anni io e Mr Big abbiamo vissuto in quella casa.



Giorno dopo giorno l’abbiamo riempita di oggetti, parole, pensieri e anche litigi, ma lei non si è mai ribellata a questa nostra invasione. È stata per noi un nido e una prigione, la nostra Love Boat e il nostro Titanic, ma in realtà è stata più che altro decisiva. Decisiva nell’aiutarci a crescere, decisiva nell’aiutarci a conoscerci davvero e sempre di più (anche quando pensavamo di sapere ormai tutto l’uno dell’altra); ci ha dato la forza per capire che ne valeva la pena, per ogni cosa.

Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.

Vederla svuotata di tutto, abbandonata a sé stessa, senza più nemmeno tutti quegli scatoloni che l’hanno popolata per un po’, mi ha lasciato forse più di un pizzico di malinconia (poi si sa, io ho la lacrima facile, e questo non aiuta!). E anche se la mia nuova casa è più grande, molto più affascinante e altrettanto adorabile, non vi nascondo che sento questa prima ancora mia...



Il mio saluto vuole essere solo un arrivederci! Non posso pensare di non vederla più... Le mancherei troppo... E poi gliel’ho promesso!

Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!

Chi lo sa come saranno i nuovi inquilini, come la arrederanno e come la vivranno... Difficilmente la ameranno quanto l’ho amata io... Ma tant’è... Tanto prima o poi torno a prenderti!

ARRIVEDERCI, BABY!

Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.


Ps. Questi versi di Montale mi hanno fatto compagnia in questi giorni... Non potevo non rendere loro omaggio...

Per Big
Stai tranquillo, adoro la nostra nuova casa, è la mia secondogenita... e adoro una certa persona che la abita...



 
 
Un bacio dalla vostra Bradshaw che vi pensa sempre!

lunedì 16 maggio 2011

Volevamo la Baguette di Fendi...



... e guardavamo sognanti “Ragazze a Berverly Hills”: chi non ha desiderato vivere la vita di Cher, nella sua villa hollywoodiana, con il suo strabiliante armadio rotante governato da un computer?

Era davvero inebriante scoprire ogni giorno un nuovo oggetto del desiderio, il nuovo capo di culto che avrebbe dato il giusto tocco al nostro look... Innamorarsene e passare ore a riflettere su quanto ci sarebbe stato utile, sui mille modi con i quali lo avremmo potuto abbinare (con un jeans ci sta tutto, no? Poi con un bel paio di ciabattine sei pronta per andare in capo al mondo), sulle infinite occasioni nelle quali non avremmo più potuto fare a meno di lui.

Inesorabilmente si arrivava alla conclusione che quello in fondo era un affare imperdibile e quindi subito si dava il via a una serie infinita di considerazioni per cercare di capire come avremmo potuto racimolare il denaro necessario per farlo nostro (cifre in alcuni casi per noi, giovanissime ai tempi, decisamente sproporzionate): festeggiamenti, generosità di eventuali parenti, escamotage di ogni tipo, accordi con la commessa compiacente, ottimistiche previsioni sui saldi di fine stagione...

Bei tempi....

Ricordo ancora la gonna, ovviamente longuette, interamente ricoperta di scintillanti paillettes (rosa o azzurra) di Patty Shelabarger (ma poi come faremo a sederci?) e le deliziose magliettine da abbinare; gli abiti di Emilio Pucci (perchè noi “sempre fedeli a Emilio”) attentamente esaminati (chi noon ha mai eseguito uno scrupoloso controllo-qualità-cuciture?) quasi in preda ad un raptus mistico, magari proprio nella boutique di via Monte Napoleone nella quale era (ed è) doveroso accedere con il cellulare rigorosamente spento, come fosse un vero santuario; poi ancora, l’eleganza delle ciabattine Nebuloni e la leziosità dei sandali Giancarlo Paoli sfiziosamente arricchiti da perline e fiorellini con l’immancabile e mitico tacco a rocchetto... Come dimenticare i romantici e a loro modo straoridnariamente femminili abiti a fiori di Marni; e Stella McCartney... indefinibile.. magica... Le praticissime canottine di Almeria, i sensazionali pantaloni di Irma Bignami (?!?) e le intramontabili ballerine, purchè con il giusto fiocchetto...




Infine c’erano loro, le baguette di Fendi... Ai nostri occhi sublimi ed irraggiungibili fossero in pelle, rafia, tessuto, con logo o senza... Gurdavamo Carrie sfoggiarne un numero infinito in una delle prime serie e non potevamo fare a meno di sognare il momento in cui anche noi avremmo avuto la nostra: di pelle color biscotto? E perchè non in velluto fucsia? Ma forse la classica con il logo va con tutto e si “sfrutta di più”!?



Oggi, ad anni luce di distanza, ci sentiamo ancora quelle spensierate ragazzette e nonostante il lavoro, le case, i mutui, i rapporti complicati e le banalità quotidiane, riusciamo sempre a trovare qualche minuto per sfogliare i nostri giornali preferiti e archiviare i ritagli dei vestiti o degli accessori dei nostri sogni e non smettiamo di organizzare per colore i nostri armadi (qualcuno addirittura lo fa calcolando con cura la distanza fra grucce) e di gestirne il contenuto con pesanti e quanto mai inutili file excel o access (ma in fondo anche l’archivio cartaceo ha il suo perchè).


Pucci non passerà mai di moda e nemmeno Sergio Rossi (e quando lo trovavamo in certi fortunati mercoledì in un banchetto al mercato?), ma in generale devo ammettere che le nostre mire si sono evolute rendendo quindi comunque ardua la conquista della preda: Patrizia Pepe ha lasciato il posto a Balmain, a Oscar de la Renta e a Giambattista Valli; Kallisté non ha retto il confronto con Louboutin e Manolo (e come avrebbe mai potuto?); il negozio “Cose” a volte viene rimpiazzato, ma solo per motivi di tempo e comodità, da Yoox... Ma è bello sapere che siamo rimaste esattamente come eravamo, che non abbiamo perso il brio e sappiamo ancora lasciarci andare in piacevoli frivolezze




Forse qualcuna si sentirà chiamata in causa... Un bacio speciale!



lunedì 4 aprile 2011

Tempo di bilanci

Da giorni, anzi, da settimane vorrei scrivere, ma poi... Parigi, Diane Von Furstenberg, e ancora appartamenti, cataloghi di cucine, mille preoccupazioni, tutto che sembra andare storto, e poi tutto che si raddrizza di nuovo; sono stata travolta da un turbine di eventi che mi ha costretta a rimandare i miei buoni propositi... Ma ora, eccomi qui, invecchiata di un anno e pronta a fare un doveroso bilancio.

27 anni e non sentirli...
10 anni con Mr Big...
Quasi 3 anni di gioco a Milano...
1 nuova casa da amare...
Infiniti sogni e progetti da realizzare...

Starò diventando più saggia o solo più vecchia?


Vi confesso che a volte sono quasi imbarazzata a rivelare agli altri la mia vera età, non solo per paura di essere giudicata agée o peggio, più datata di quello che sembro (contro questa eventualità confido, per ora, nell'olio di jojoba), ma soprattutto perchè temo le aspettative che potrebbe avere la gente nei confronti di una ventisettenne...
Rughe a parte, se posso essere sincera, io mi sento ancora una ragazzina, e con poca voglia di mettere la testa a posto, per di più.

Ma in fondo, in questi anni avrò pur imparato qualcosa...

Strada facendo scopri che anche quando credi di sapere tutto, in realtà non sai un bel niente;
che alla fine, la mamma aveva ragione, ma questo, purtroppo, non ti impedisce di fare errori su errori (so essere davvero diabolica in questo).


"Sbaglia sempre per conto tuo"

Ti accorgi che il mondo è sconosciuto per chiunque e dipende solo da te: "chi non si salva da sé non lo salva nessuno".



Che tutto è sempre irrimediabilmente difficile, nonostante tutte le liste che possiamo stilare...

Che spesso è questione di stupidità "quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. A volte la vita ci scorre davanti e noi non ce ne accorgiamo nemmeno!"

Arrivi alla conclusione che non importa quanto sia buona una persona, prima o poi, anche inconsciamente o involontariamente, ti ferirà.

Che per quanto possiamo essere aperti e comprensivi a parole, spesso il pregiudizio ha la meglio su di noi e guida le nostre azioni, anche quando non vorremmo.

Ma anche che quando la vita si fa troppo confusa, l'unica cosa che puoi fare è andare a fare shopping: niente può dare sollievo quanto un paio di Louboutin o una nuova Balenciaga!

Intuisci che l'unico modo per smettere un vizio è iniziare con un altro, che spesso alla fine si rivela peggiore del precedente.

Apprendi che l'abito fa decisamente il monaco. (A questo proposito, mi permetto di raccomandarvi di fare attenzione alle scarpe: le ritengo un dettaglio chiarificatore)

Che Emilio Pucci non passerà mai di moda e che la scelta delle ballerine perfette non è facile come può sembrare...


E alla fine, proprio quando credevi di avere le idee chiare, capisci che non conta la zona, non contano le doppie porte: ci voleva un doppio lavabo per far scattare la scintilla!



Non finisci mai di imparare quanto sia importante un bacio, quanto possa essere magico il sorriso di un bambino e quanto sia inebriante un commento inaspettato.

Certe persone entrano d'improvviso nella tua vita e arrivano ad assumervi di punto in bianco un ruolo fondamentale, mentre altre tolgono silenziosamente il disturbo, come se niente fosse stato, inspiegabilmente. E tu rimani lì, pensieroso a crucciarti sui perchè...

Un giorno ti svegli e realizzi di essere cambiata, involontariamente; di aver messo da parte certi vezzi e certe ambizioni e di aver fatto posto alla routine, ai doveri, alle responsabilità.
Non fai altro che interrogarti sul caso e i casi della vita: dove sarei ora se avessi fatto scelte diverse... Dovevo, potevo, volevo...

Non saremo mai abbastanza preparati, mai abbastanza organizzati di fronte agli imprevisti che capitano ogni giorno, ma forse proprio questo è il bello! Che senso avrebbe la nostra vita se non commettessimo mai errori, se non cambiassimo mai strada o anche solo parere...?

"il massimo che possiamo fare è non mollare, giocare le carte che ci capitano e accessoriare l'abito che ci è toccato in sorte."

mercoledì 23 febbraio 2011

Chiusa una porta se ne aprono ... due!

La ricerca di una casa è davvero  maledettamente complicata, paragonabile a quella del fondotinta perfetto o di un paio di Manolo del tuo numero nel periodo dei saldi, magari le Mary Jane!
Ogni casa ha un'anima per me, una storia da raccontare, un passato da scoprire, o almeno, la mia deve avere tutto ciò,  insieme ad una serie di imprescindibili caratteristiche che non starò qui ad elencarvi...
Ma perchè mai è così difficile riuscire a mettere insieme tutti questi elementi in un unico appartamento a Milano???


L'incontro con le agenzie e con il mercato immobiliare è avvenuto all'incirca un anno fa, o qualcosa del genere (dovete scusarmi, ma oltre a non avere minimamente il senso dell'orientamento nello spazio, non possiedo nemmeno il senso del tempo...).

Ricordo che ero piena di speranze, già mi vedevo nella nuova casa su due piani, piccola ma accogliente, con un solaio che avremmo adibito a qualcosa di speciale ed unico... Che delusione scoprire che la bella casina non era altro che un minuscolo e squallido tugurio, che il secondo piano dell'appartamento (non so nemmeno se si può definire così) era stato appositamente ideato per David Gnomo e che il solaio permetteva di ammirare romanticamente le stelle...

Da quel momento, di fatto provata e tremendamente scioccata dall'esperienza, è iniziata l'epopea di casa in loft, alla ricerca di un nido d'amore per me e Mr Big...



Una volta presa confidenza con il mondo del mercato immobiliare, capisci che nonostante i prezzi iperbolici (e vi assicuro che per una che nella vita ha investito solo nel tessile e che ha sempre creduto che i soldi fosse meglio tenerseli ben in vista, appesi nel'armadio, la situazione si complica!) certi dettagli banali come una caldaia, delle finestre o, udite udite, l'abitabilità non vanno affatto dati per scontati.
Quando inizi ad addentrarti in questa giungla, realizzi che uno dei principali problemi riguarda le definizioni: ogni termine, una volta entrato in contatto con quel mondo, viene ad avere una valenza ed un significato a sé. Scopri così che una casa in "buone" condizioni, non è certo in ottime condizioni e necessita comunque di una serie di notevoli interventi (non parliamo di quando si parla di condizioni discrete o, si salvi chi può, da ristrutturare); che la parola loft spesso non è altro che un modo cool per definire un monolocale poco più grande del normale, in genere pericolosamente soppalcato; mentre il termine soppalco non presuppone necessariamente che nello spazio citato vi si possa camminare, tuttalpiù gattonare e facendo anche attenzione, se possibile; che quando si parla di "un'originale soluzione", non si sta parlando di un'abitazione che ha beneficiato del sapiente intervento di un architetto o di un designer di grido...

Infine, prendi coscienza del fatto che le case, nonostante tutto, si vendono e proprio quella che forse volevi, che aveva le "tue" porte, ora ha un nuovo e burbero proprietario... La amerà come l'avrei amata io? Ne manterrà lo spirito? 


La ricerca è ancora aperta, abbiamo avuto momenti di sconforto, abbiamo cercato alternative (Bergamo.. e perchè mai? Cremona ... Mmm... Non ce la farei:..), ma alla fine non ci siamo persi d'animo. Ogni giorno scorro fiduciosa e sognante annunci con la speranza di trovare lo scrigno che mi accoglierà e saprà proteggermi a dovere...
Ho capito che non posso avere tutto quello che chiedo: bisogna scendere a compromessi e accontentarsi (Paola Marella docet); l'importante è che ci sia quel non so che di magico che faccia scattare la scintilla.
Forse, finalmente, dopo tentennamenti e insicurezze di vario genere, qualcosa di interessante è arrivato...

Strada facendo capisci quello che vuoi davvero e l'importanza di cose che non avevi preventivato, che non avevi selezionato tra i criteri di ricerca (forse nemmeno opzionabile): una casa con ben due porte di ingresso ha davvero un fascino irresistibile... è magica! Non trovate anche voi?
Ed è questo (oltre alla possibilità di realizzare una cabina armadio ed avere uno studio tutto per me, o quasi...) il dettaglio che mi sta guidando nell'acquisto e che mi potrebbe far affrontare con filosofia le pecche della mia futura magione...



Sarà il caso di fare una proposta d'acquisto?

Restate sintonizzati!